Come intendi perseguire il tuo obiettivo? O se ti piace usiamo la parola giusta: successo?
Nella cultura degli eschimesi la parola neve ha diversi significati e proprio per questo la “neve” come siamo abituati a chiamarla noi ha diversi nomi a seconda del suo utilizzo: c’è una neve per cucinare, una neve fresca, una neve che scende, una neve per terra, una neve per costruire gli igloo. Forse questa è una leggenda e io voglio andare oltre alla leggenda perché sono un osservatore dell’esperienza, e quello che vedo tutti i giorni e che la parola successo in Italia non fa parte della nostra cultura. E’ tabù.
Una serie di cose che facciamo tutti i giorni, sono frutto della cultura di provenienza. Avere successo o raggiungere gli obiettivi in Italia non è ancora parte della nostra cultura, per questo facciamo fatica ad eccellere perché appena hai successo sei additato perché diventi quello “che ce l’ha fatta” o “quello che ha avuto fortuna”.
La questione non è su quante parole ci siano nella lingua eschimese per definire la neve, ma è cercare di spiegare come le persone guardano il mondo e come questa visione influisce sul linguaggio.
Se il nostro linguaggio, dettato dalla nostra cultura, recepisce chi ha successo come quello che ce l’ha fatta e quindi uno da additare, allora mediamente cresciamo in una cultura mediocre dove gli sforzi che facciamo per avere successo, sono limitati a stare a galla perché per la nostra cultura del dopoguerra ci ancóra ad un set culturale per cui dobbiamo lavorare tanto, anche se lavoriamo male, e i risultati sono poco soddisfacenti.
Ma che cos’è il successo?
Il successo (dall’8° regola. Dall’efficacia all’eccellenza – S.R. Covey) per me è soddisfare i quattro bisogni chiave di ogni persona:
MENTE – IMPARARE: Crescita e Sviluppo
CORPO – VIVERE: Sopravvivenza
CUORE – AMARE: Relazioni
SPIRITO – LASCIARE UN’EREDITA’: Significato e contributo
Se ignoriamo una qualsiasi delle quattro parti della natura umana, trasformiamo le persone in cose. E cosa fate con le cose?
Se non soddisfiamo uno dei bisogni cercheremo di riempire il vuoto attraverso la dipendenza dall’urgenza. E quindi come facciamo ad avere successo se non mettiamo le cose importanti al primo posto? Come facciamo a far incrementare i clienti del nostro studio professionale se siamo impegnati a risolvere problemi ed urgenze del quadrante I (come già detto in precedenti post).
Sicuramente ti sarà successo di reagire più volte a bisogni urgenti. Tendi a divenire bravissimo nella gestione delle crisi. Puoi iniziare ad assegnare un ordine di priorità alle crisi e a fare le cose urgenti in modo più efficiente pensando. “Se sono indaffarato, certo devo essere più produttivo”. E puoi ricevere una conferma dall’adrenalina prodotta spegnendo incendi e rispondendo alle richieste urgenti di altre persone. Ma sai meglio di me che queste attività non portano risultati in termini di qualità della vita, perché non soddisfi i bisogni di fondo. Più cose urgenti cerchiamo di fare, più proviamo dipendenza: siamo diventati cose.
Il cambio di paradigma è che le persone hanno scelta: per questa libertà di scelta decideranno quanto di loro stesse, dedicheranno al lavoro a seconda di come sono trattate e delle opportunità che vengono loro offerte di usare tutte le quattro parti della natura, per passare dalla cooperazione vivace e all’impegno sincero, fino ad arrivare all’eccitazione creativa.
Come svolgeresti il tuo lavoro se fosse la creatività a guidarti, invece del lavoro meccanico e stressante che insegue le urgenze?
Soddisfare i quattro bisogni in modo integrato è come combinare gli elementi della chimica. Quando questi elementi sono integrati sperimentiamo una combustione interna, capace di esplodere in una sinergia di elementi che conferiscono visione, passione e spirito di avventura nella vita che si traduce nel successo in quello che facciamo e per questo lasciamo un segno.
Questo trasforma gli altri bisogni in capacità di offrire un contributo: il cibo, il denaro, la salute, l’istruzione, l’amore diventano risorse per metterci in contatto con gli altri e aiutarli a soddisfare i loro bisogni insoddisfatti.
Per quanto sia importante soddisfare i bisogni, è altrettanto importante il modo in cui cerchiamo di soddisfarli, ovvero quali sono i principi che governano la realizzazione dell’obiettivo, o meglio della realizzazione del successo in quello che facciamo?
Quando parliamo di principi non stiamo parlando di valori. Infatti la focalizzazione sui valori è una delle principali illusioni dell’approccio tradizionale alla gestione del tempo. E’ un contenuto senza contesto. Ci induce a immaginare il successo, a definire gli obiettivi, a salire “scale” sociali senza capire le realtà del nord geografico su cui questi sforzi devono basarsi per essere efficaci. Questo paradigma dice: “Le prime cose sono le tue priorità. Devi decidere ciò a cui dai valore e cercare di ottenere cose in maniera efficiente”. Questo però può condurre all’arroganza, cioè a pensare di dover seguire la nostra legge personale, e a considerare gli altri come “cose” o risorse che ci aiutano a realizzare ciò che vogliamo.
Ogni giorno abbiamo un esempio di come qualcuno ci tratta come una cosa, per raggiungere i suoi obiettivi personali.
I valori in se non porteranno risultati sul piano della qualità della vita, a meno che non diamo valore ai principi su cui i valori si appoggiano.
L’approccio al successo di cui parlo, e quindi la “rotta” secondo me da seguire per il conseguimento del successo, è proprio l’umiltà di capire che ci sono prime cose che sono indipendenti dai nostri valori. La qualità della vita è in funzione della misura in cui rendiamo queste “prime cose” le nostre “prime cose” e acquisiamo il potere di metterle realmente al primo posto nella vita. E’ affermare l’efficacia di un approccio alla vita basato sulla ricerca continua e sullo sforzo di vivere in maniera coerente con queste verità eterne e capaci di conferire potere.
E’ come la legge della fattoria: non è possibile forzare i processi naturali perché a lungo termine non produrranno frutti. Il lavoro intensivo non funziona in un sistema naturale come una fattoria. Questa è la differenza tra un sistema sociale e un sistema naturale. Il primo si basa sui valori il secondo sui principi.
A breve termine, apparentemente il lavoro intensivo funziona in un sistema sociale e per questo puoi cercare di procurarti “rimedi rabberciati” per un successo apparente.
Vediamo di addentrarci dentro a questo concetto fondamentale per seguire la “rotta” verso il successo secondo i principi, ovvero secondo il sistema naturale o quello della fattoria, e per questo voglio introdurre il concetto di carattere etico ed etica della personalità. Il primo è legato a principi quali: integrità, umiltà, fedeltà, temperanza, coraggio, giustizia, pazienza, laboriosità, semplicità, modestia. Il carattere etico porta a pensare che esistono principi fondamentali per la realizzazione della vita, e che le persone possono ottenere il successo reale e una felicità duratura solo se imparano a integrare questi principi nel loro carattere.
Invece il secondo, l’etica della personalità è proprio del sistema sociale che stiamo vivendo (e che deriva da una cultura di almeno 70 anni) dove il successo diventa una funzione della personalità, dell’immagine pubblica, di atteggiamenti e comportamenti, capacità e tecniche che rendono più fluidi i processi di relazione interpersonale.
E’ il nostro carattere la cosa che comunica più forte. Nelle relazioni a lungo termine i tratti secondari da soli, non portano lontano (etica della personalità).
Quello che noi siamo esprime di noi stessi molto più di qualsiasi cosa noi diciamo o facciamo. I nostri tratti caratteriali emergono sulle relazioni a lungo termine e queste devono essere incentrate sui principi e non sui valori.
Infatti i problemi nella vita emergono quando stiamo seminando una cosa e ci aspettiamo di raccogliere qualcosa di completamente diverso. Molti dei nostri paradigmi fondamentali e dei processi e delle abitudini che ne derivano non produrranno mai i risultati che siamo stati indotti ad aspettarci. Questi paradigmi creati da persone in cerca di scorciatoie, dalla pubblicità, dai vari sistemi di vendita che utilizzano il network marketing, dalla formazione del “corso del mese” e soprattutto da settant’anni di letteratura sul successo dell’etica della personalità, si basano tutti indistintamente sull’illusione del rimedio rabberciato per ottenere il successo. Questo influisce non solo sulla nostra consapevolezza dei nostri bisogni fondamentali, ma anche sul modo in cui cerchiamo di soddisfarli.