Quanto ti costerà non fare nulla nei prossimi 5 anni?

Fai una promessa e mantienila. Stabilisci un obiettivo e raggiungilo.
25 febbraio 2018

Quanto ti costerà non fare nulla nei prossimi 5 anni?

C’è sicuramente qualcosa che va oltre le nostre capacità, e non si può spiegare in modo razionale il perché certe cose funzionano semplicemente e altre hanno successo. Far accadere le cose è un ingrediente che non può mancare in un’impresa di successo. Questo è un termine che dal punto di vista di incisività e senso figurato fa la differenza sulla riuscita di una qualsiasi attività. Ricordo a questo proposito un’intervista di Gigi Buffon, in cui raccontava che quando era ragazzino, doveva seguire la sua squadra in trasferta e ci andava nonostante il freddo, la pioggia e la febbre. Alla domanda perché, rispose con quella sicurezza di cui solo i numeri uno si vestono, dicendo: “Perché lo volevo, volevo che accadesse”.

Dentro a questa affermazione non c’è solo la modalità “on” o meglio “power play”, c’è molto di più, perché racchiude una pragmatica attitudine all’azione energica e ispirata, che ha sempre segnato una linea di demarcazione spesso molto netta fra l’approccio imprenditoriale anglosassone e quello latino.

Chi fa accadere le cose antepone il risultato a tutto, è determinato alla realizzazione di un progetto e parla di soluzioni più che di problemi, costruisce invece di polemizzare, agisce invece di attendere: di fatto tutti i personaggi della storia in qualsiasi campo hanno lasciato il proprio segno e saranno ricordati per quanto hanno realizzato e non per quanto immaginato o per quanto avrebbero potuto fare.

Io personalmente credo che sia la più grande opportunità per dimostrare in modo straordinario e virtuoso come unire le forze, diventi un veicolo che autoalimenta un circolo che dal pensiero arriva alla realizzazione passando dall’azione e anche da un po’ di rischio: creare, agire, rischiare e realizzare.

Il franchising valorizza il potenziale di sviluppo secondo l’ottimizzazione dell’equazione a tre variabili: investimento-rischio-risultato, difficilmente riscontrabili attraverso percorsi di crescita alternativi se non il network marketing.

Cos’è il franchising? Il franchising è uno schema di organizzazione commerciale che prevede che un’azienda “madre” (casa madre o franchisor) concede ad un’azienda “figlia” (affiliato o franchisee) il diritto di utilizzare il marchio per commercializzare prodotti o servizi secondo un modello operativo e procedurale di lavoro codificati e validati dalla casa madre. In pratica un modello in cui la casa madre “vende” all’affiliato la possibilità di replicare il proprio format commerciale, dietro il riconoscimento di un corrispettivo, fisso o variabile, che ripaga l’utilizzo del marchio e del know-how.

Perché fare franchising oggi è una formula vincente?

Conviene all’affiliato perché riduce il rischio imprenditoriale, permette infatti di comprare un know-how sfruttando una curva di apprendimento già matura e permette di non sbagliare sulla gestione, sulla scelta della location, di risparmiare sugli acquisti grazie alle economie dovute ai volumi, di capitalizzare fin da subito un valido progetto di identità e spesso una brand-awareness* consolidata.

Conviene anche al franchisor perché la crescita secondo un modello proprietario puro è storia degli anni ’90, e l’incertezza del mercato, dei settori industriali e finanziari hanno insegnato che la prudenza e la condivisione del rischio sono vitali per una sostenibilità di lungo periodo. Il franchising è un modo intelligente per crescere in modo capillare, condividendo gli investimenti, in una logica di cooperazione imprenditoriale che, nel mondo della sharing-economy**, sembra la strada più coerente con l’evoluzione del mercato.

I dati registrati nell’anno 2015 in Italia hanno confermato che i servizi e la distribuzione tornano a segnare una decisa crescita e si propongono come elemento trainante di una economia che dopo anni di incertezza, ha bisogno di ripartire e riprendersi a diritto, un ruolo importante nel mercato. Cresce infatti, il numero di nuove insegne franchisor in Italia e quello dei punti vendita in franchising attivi anche all’estero, facenti capo ad insegne italiane.

Uno dei principali vantaggi del franchising è quello di avere una forza comunicativa superiore rispetto alle proprie dimensioni, per effetto del vantaggio di appartenere a una rete fatta da più soggetti. In questo il franchisor gioca un ruolo fondamentale, in quanto avrà un ruolo da protagonista nella progettazione e realizzazione di campagne di marketing finalizzate sia alla promozione delle vendite sia alla brand-awareness. Ma per fare ciò servono professionalità specifiche per essere percepiti nella maniera giusta ed essere già a metà dell’opera. Infatti come abbiamo già detto in precedenza, si sceglie qualcosa sulla base della sua percezione e non su quanto realmente è.

Ci sono regole ben precise anche per diventare un affiliato di successo. Infatti non basta firmare un contratto è necessario seguire alcune regole che possiamo così riassumere:

  1. Fiducia e fedeltà al modello operativo: il rispetto degli accordi economici, delle procedure, delle strategie operative e pubblicitarie della casa madre è fondamentale lungo tutta la vita del rapporto di franchising, in quanto preserva la sostenibilità dell’affiliazione e la perfetta armonia con il progetto di cui si fa parte. Il modello a cui un franchisee aderisce è già stato testato, è il risultato positivo a seguito di tante prove sbagliate e scartate: arbitrarie deviazioni sono spesso molto pericolose.
  2. Impegno e capacità di sacrificio: Nessun traguardo è privo di sacrificio. Le insidie sono fisiologiche in un percorso di crescita. E’ molto facile trincerarsi dietro la scusa di non essere sufficientemente considerati o appoggiati dal franchisor, prima però dobbiamo chiederci se abbiamo quel fuoco interno in grado di farci correre ad una velocità doppia rispetto agli altri. Il business non è una vacanza al resort, ma è sacrificio e impegno ogni giorno.
  3. Focus sulla vendita: ogni minuto passato a lamentarsi su cosa non va, vuol dire sottrarre tempo prezioso e non recuperabile per generare guadagni, per ricentrarsi, per agire su cosa fare e su cosa evitare per fatturare di più. La mancata focalizzazione degli obiettivi rende più goffe le nostre azioni, esponendoci a una stabile precarietà.
  4. Orientamento al cliente: la vera sfida non è solo quella di aumentare il valore della fattura media, ma creare clienti fidelizzati e duraturi e soprattutto che parlino di noi attraverso un passaparola organizzato. Si tratta di utilizzare in modo metodico e non occasionale la rete primaria (le persone che frequentiamo abitualmente), quella secondaria (più estesa e con minori legami) e infine le cerchie, le diverse aree professionali con cui entriamo in contatto. Tutto questo network di relazioni va gestito chiarendo il proprio posizionamento, assumendo un atteggiamento non impaziente né invasivo verso i potenziali target ma costruito su messaggi basati sulle esigenze del cliente. Una sapiente gestione degli incontri di presentazione, basati sempre sulla credibilità e competenza professionale è fondamentale per questa forma di marketing ed il vero segreto consiste nella gestione delle referenze, quelle che si ricevono e quelle che si danno e che costituiscono una sorta di moneta di scambio di questo tipo di marketing. E’ un cambiamento radicale di mentalità e di una costante opera di immedesimazione nei nostri clienti e nei nostri target, che guiderà tutte le nostre azioni all’interno del nostro ufficio. Perché se riusciremo a costruire relazioni durature con i clienti, avremo creato fatturato duraturo.
  5. Gestione del tempo: il tempo è denaro e il denaro non si spreca, ma si investe. Imparare a capire l’importanza e l’urgenza di ogni azione quotidiana e come organizzare la propria agenda è fondamentale.
  6. Formazione continua: non basta leggere e applicare i manuali del franchisor, per quanto siano importanti e debbano essere redatti secondo precise metodologie e standard professionali. La managerialità si evolve, le tecniche di gestione migliorano e la dottrina fa progressi: approfondiamo, sudiamo e partecipiamo a corsi professionali. Oggi più che mai non possiamo perdere il passo con i tempi, sarebbe un errore imperdonabile.
  7. Umiltà e confronto: lo studio e la formazione non sono gli unici ingredienti nella ricetta del miglioramento continuo. Mancano le spezie fondamentali: l’umiltà e il confronto con gli altri. Solo osservando e cogliendo il meglio che ci circonda possiamo disfarci delle cattive abitudini, consolidare le nostre qualità e acquisirne di nuove. Non c’è arma più potente per migliorare nel business e nella vita.

Per riuscire in un progetto è necessaria la motivazione. Possiamo disquisire per pagine e pagine su i pro e i contro di un franchising, di un’idea imprenditoriale, di un sogno.

Ciò che conta è quanto sei motivato a far accadere le cose e soprattutto a far sì che il tuo CertificatoCasa®, abbia successo. Ci sono vari livelli di motivazione che ci spingono oltre la normalità dello scorrere delle cose. La motivazione è come la forza, non è mai uguale per nessuno: c’è una motivazione debole, forte, fortissima, straordinaria, eccezionale…

Quelli che hanno una motivazione eccezionale alla fine riusciranno a centrare i propri obiettivi e faranno la differenza nella loro vita e in quella delle persone che gli stanno intorno.

Questo concetto mi ha sempre affascinato perché pensare di avere successo e influenzare la vita delle persone che ci stanno vicino è qualcosa che va oltre alla motivazione eccezionale.

Pensiamo ad una persona semplice che vuole comprare la bicicletta al figlio e per fare questo lavora con più intensità e magari oltre la sua resistenza fisica perché ha una motivazione eccezionale, e come questa influenzerà la sua vita e quella del figlio! Chi incarna questa motivazione aumenterà le sue capacità di apprendimento, cognitive e cercherà il continuo e costante miglioramento per raggiungere gli obiettivi.

Con parole più semplici farà quello che è necessario per raggiungere l’obiettivo.

In un paese che teme il nuovo, chi come te vuole essere partecipe del sogno di CertificatoCasa®, deve mettere nel conto la possibilità di fallimento. Negli USA questa parola è una benedizione, perché significa aver provato a fare qualcosa e soprattutto aver imparato dagli errori. Nel nostro paese è una spada di Damocle che colpisce in maniera definitiva chi con coraggio, intraprende una strada e per svariati motivi non ce la fa.

Questo ovviamente rende le persone impaurite più della possibilità di fallire che non quella di avere successo, ma superare quella paura farà la differenza sul lungo termine. Fino a che non capiamo e accettiamo pienamente questo, vivremo sempre nell’illusione di voler avere ciò che non abbiamo o di poter fare quello che in realtà non possiamo.

Devi avere il coraggio di rompere questa finzione.

Devi saperti mettere nudo di fronte allo specchio e valutarti per quello che sei, che hai, che senti e che puoi. E scoprirai, sono pronto a scommetterlo, di avere qualcosa di grande dentro che ci permetterà di gridare all’unisono: “Possiamo farcela, insieme!”.

* Brand-awareness: misura dell’efficacia della comunicazione pubblicitaria, la brand awareness può essere definita come la capacità del consumatore di riconoscere la marca (brand recognition) e richiamarla alla memoria (brand recall).
** Sharing-economy: Si traduce con l’espressione “economia della condivisione”, benché ancora non ci sia una definizione univoca e sotto il cappello della Sharing Economy ricadano forme e prassi di condivisione e collaborazione anche molto diverse. Tuttavia, come è stato sottolineato al recente OECD Forum, questa nuova modalità di consumo, figlia di un approccio più resiliente e partecipativo della cittadinanza e dei lavoratori alla crisi, sta aprendo nuove opportunità di sviluppo e crescita economica.

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