Ingegnè, mi tratti bene,
che poi ho un lavoro grande per lei…
(il mio peggior cliente)
Si chiama “moneta emotiva”.
Quante volte ti è successo? Dai pensaci bene
I primi anni di attività professionale viene svolta a credito per una mancanza di esperienza e autostima sul valore che diamo a noi stessi e alla nostra professione. Inoltre non abbiamo autoefficacia e questo comporta una scarsa capacità di ottenere risultati in tempi brevi e tali da creare una maggior autostima.
Insomma il risultato finale è che si lavora e non si guadagna e spesso veniamo ripagati con moneta emotiva. Quante volte abbiamo accettato il compromesso di una fattura mal pagata con la speranza che quel cliente, quell’impresario ci avrebbe fatto lavorare ancora, e ancora, e ancora…
Risultato “Chi l’ha visto…?”.
Si perché dopo aver accettato come compenso del nostro lavoro, una piccola parte in euro e una buona parte in moneta emotiva, quelle persone sono sparite o per dirla in parole nude e crude ci hanno preso in giro, facendoci credere che siamo bravi, che abbiamo fatto un bel lavoro, che siamo stati puntuali, che abbiamo fatto bella figura, ecc… e poi felici di queste belle parole siamo tornati al nostro studio e abbiamo aspettato inutilmente che qualcuno di questi si facesse sentire per un preventivo.
No, non funziona così. Non possiamo continuare ad accettare compromessi in una economia come questa, dove quello che fai ha un valore economico per entrambe le parti, perché in caso contrario è meglio fare altro.
Oppure se hai la possibilità di farti mantenere da papino che per altri dieci anni continua a mantenere lo sviluppo della tua professione, in attesa che un bel giorno a 40 anni cammini con le tue gambine, puoi fare il libero professionista mantenuto.
Non tutti però hanno un papino facoltoso, che magari ti aiuta anche a comprare i clienti.
Come smontiamo questo tarlo che ci portiamo dentro e inevitabilmente compromette i primi anni della nostra vita professionale? Si, perché proviamo a pensare a come affrontiamo il nostro lavoro: facciamo esperienza in qualche studio, questo migliora la nostra autostima perché seguiti da un tutor (che è rappresentato dal professionista senior o meglio quello che ti sfrutta) facciamo le cose e ci sentiamo dire bravi. Dopo qualche anno passato a ricevere pochi spicci per il nostro preziosissimo contributo (tirare linee), capiamo che possiamo fare il salto nel vuoto e aprire il nostro studio professionale che fa esattamente le cose che facevamo con il nostro tutor, con maggiori servizi, maggior assistenza al cliente, maggior capacità a rispondere ai quesiti, e pagati ancora meno, perché siamo all’inizio. Ma soprattutto pagati quando vuole il cliente.
Questo all’inizio è un prezzo da pagare e lo paghiamo volentieri perché nella nostra testa c’è un tarlo che ti distrugge il pensiero, per cui devi sottostare a tutte le esigenze del cliente e lui questo lo sa e cosa fa?
Ne approfitta e ti ripaga con la moneta emotiva.
E quindi come va a finire? Molto semplice. Se hai abbastanza ossigeno per andare avanti qualche anno bene, sennò cominci a cercare un secondo lavoro, magari fai l’insegnante o il cameriere il fine settimana.
Questa è la prospettiva con cui si sviluppa la tua attività professionale nel prossimi anni. Perché le tue competenze hanno una data di scadenza. Nel mondo globalizzato di oggi vendere e sapersi vendere è la prima capacità necessaria per stare sul mercato e prosperare in futuro, stando sempre ben attenti a quello che succede intorno. Una volta potevi uscire da scuola, infilarti in un posto da dipendente o anche aprire la tua impresa che con un po’ di savoir faire e continuando a impegnarti avresti prosperato più o meno per tutta la vita.
In particolare prima dell’avvento di internet, il mondo in pratica non cambiava. I nostri nonni e i nostri padri potevano fare impresa o impiegarsi senza dover fare nulla di particolare, tranne che andare a lavorare ogni santo giorno.
Non solo siete diventati un collo di bottiglia tecnologico che rallenta e danneggia tutti gli altri processi intorno a voi, ma siete anche divenuti sostituibili. Sostituibili non solo da gente più “aggiornata” di voi, ma proprio da processi di automazione che prima non erano disponibili. I compiti che una volta svolgeva una segretaria, oggi li svolge egregiamente una “app” sul cellulare, tanto per dire un lavoro che va scomparendo nella forma che conoscevamo.
Se non investi il tuo tempo per creare un’immagine forte e riconoscibile sul mercato, certamente scomparirai perché qualcuno di migliore ti avrà sostituito, e per migliore intendo migliore a fare le cose che fai tu o migliore nel prezzo.
Torniamo sempre al concetto di brand e posizionamento.
Il piano su cui si appoggia il campo di battaglia è sempre quello.
Oggi (Tratto dal libro di Luigi Centenaro – Personal Branding) il mutamento più grande è visibile sul nostro modo di lavorare che si è spostato a ruoli della conoscenza e della relazione sostituendo le classi sociali e i gruppi alle reti. Al lavoratore contemporaneo è richiesto di essere ”agile” oltre che flessibile: deve sapersi muovere tra posti di lavoro, tra organizzazioni, tra sfere sociali e tra l’online e l’offline, gestendo la propria identità professionale e mantenendo la propria reputazione.
Alza gli occhi e guardati intorno, quanti brand riesci a contare?
Il personal branding è quel processo che crea nella mente dei tuoi possibili clienti l’idea che sul mercato non esista una persona che possa fornire un servizio o un prodotto come te. Le parole chiave sono rilevanza, esclusività e specificità.
Tu capisci che se noi spostiamo il piano del campo di battaglia ad un livello più alto, non sarà più possibile al cliente pagarci con moneta emotiva e sarà più facile con un brand come CertificatoCasa® essere riconosciuti ed essere pagati per il nostro lavoro… senza sconti!
Fare personal branding significa comunicare in modo efficace e influenzare positivamente quelle persone rispetto alla percezione del tuo brand. Capita spesso che più sei bravo e ti concentri sul tuo lavoro, meno probabilità avrai di fare carriera!
Perché?
E’ il discorso che facevo qualche post più indietro: ci sono bravi professionisti che fanno la fame perché mentre loro sono focalizzati sul loro lavoro, qualcun altro ha speso una percentuale del suo tempo nel fare marketing di se stesso, evidenziando e comunicando i suoi punti di forza e creando relazioni produttive con i clienti. Tutti noi preferiamo avere relazioni di lavoro con coloro che hanno una forte reputazione, che comunicano affidabilità e su cui possiamo quindi contare.
Infine voglio ricordarti che se il cliente non ti paga per primo o peggio non ti paga dovresti riflettere su questi tre aspetti della tua carriera:
La visibilità è un modo per far entrare i clienti dalla porta, la competenza è il modo per farceli rimanere.
Quello che ti rende unico è la chiave per il tuo successo.
La vera ricchezza, in un mondo in cui tutti si assomigliano un po’ troppo, è la singolarità.
CertificatoCasa® è il primo franchising di professionisti, che utilizza un sistema innovativo per generare una solida base clienti.